Moda e abbigliamento: chiusura di anno negativa

Moda e abbigliamento: chiusura di anno negativa

Secondo quanto affermato dalla Confesercenti, il 2013 si sarebbe chiuso con un risultato estremamente negativo per il comparto della moda e dell’abbigliamento.

L’esercizio fiscale recentemente conclusosi, infatti, si è contraddistinto per la “morte” di oltre 11.900 imprese o – se preferite – circa 1.000 negozi chiusi ogni mese.

L’attenzione della Confesercenti è ora incentrata sulla stagione dei “saldi” invernali. Una stagione che – a margine di un anno estremamente negativo – potrebbe rappresentare una buona boccata d’ossigeno, con spesa media a persona calcolata intorno ai 155 euro.

Per le previsioni di Confesercenti, gli sconti inizieranno con ribassi medi compresi tra il 30% e il 40%, a partire dalla Campania e dalla Basilicata, dove la stagione inizierà il 2 gennaio.

Nel resto d’Italia si partirà invece sabato 4 gennaio. Per quanto attiene le dichiarazioni e le impressioni dei diretti interessati, la Fismo – associazione del commercio al dettaglio di moda e abbigliamento – rende noto come i prossimi saldi saranno certamente i più convenienti degli ultimi 10 anni, visto e considerato che gli imprenditori saranno portati a praticare sconti record per cercare di recuperare un anno molto difficile.

Non occorre dimenticare, infatti, come il settore sia stato duramente colpito dalla crisi economica e, oltre tutto, dal clima, con una primavera molto fredda e un’estate in ritardo e molto (troppo?) lunga. La conseguenza per i negozianti e le società di distribuzione è stata quella della generazione di rimanenze di magazzino eccessive, e – per i consumatori – l’opportunità di acquistare in saldo.

E il Natale? Il fine anno è andato peggio del previsto – afferma ancora la Fismo – con cali registrati su tutto il territorio nazionale. Un motivo ulteriore per sperare che i saldi invernali possano riuscire a sostenere i bilanci dei negozi che hanno risentito un calo delle vendite, e i portafogli delle famiglie, messi a durissima prova dalla crisi economica.