Stando a quanto affermato dalla Confesercenti, il ruolo delle imprese nei confronti della fiscalità immobiliare sarebbe stato decisivo.
Sono infatti le aziende a dover pagare circa la metà dell’imposta municipale unica, con un conto complessivo che rappresentare un “raddoppio” rispetto a quanto fu pagato con l’Ici nel recente 2011.
Un nuovo salasso, per gli imprenditori tricolori, che si trovano dinanzi alla necessità di dover richiedere finanziamenti per pagare le tasse.
Più nel dettaglio, la Confesercenti ricorda come dalle imprese sia arrivata quasi la metà del gettito Imu 2012, ovvero 11,7 miliardi di euro su 23,7 miliardi di euro complessivi. La differenza rispetto a quanto pagato con la vecchia Ici sarebbe impietoso: il 90,4 per cento in più.
Di fatti, sottolinea ancora l’associazione, dei 23,7 miliardi di euro di gettito complessivo, “una larga parte è a carico delle imprese: 6,5 miliardi di euro provengono infatti dagli immobili strumentali di proprietà di imprese costituite come società“.
A questi si aggiungano anche 5,2 miliardi di euro versati per immobili strumentali di proprietà di imprenditori non in forma societaria (ditte individuali), soggetti comunque ad Irpef e, di fatto, considerate alla stregua di persone fisiche. Di conseguenza, Confesercenti si dice certa che i propri calcoli sono stati effettuati calcolato la quota di gettito Imu proveniente da negozi, botteghe, uffici, immobili ad uso produttivo, di proprietà (anche) di persone fisiche.
In sintesi, conclude poi l’associazione, il totale dell’Imu pagato dalle imprese rappresenza “un prelievo lordo aggiuntivo di 6,1 miliardi di euro rispetto ai 5,6 miliardi di euro che sarebbero stati versati con la vecchia Ici“.
Ancora, al netto della quota di Irpef e di addizionali all’Irpef soppressa per la vecchia categoria di altri immobili e delle imposte sostituite dall’imposta municipale unica, il prelievo aggiuntivo sarebbe di oltre 5 miliardi di euro, con un conto per singolo immobiliare aziendale pari a quasi 1.800 euro.